Bindi: “Il Pd non ha identità, vitalità, carattere, presenza”
L’ex vicepresidente della Camera dei deputati e presidente del Partito Democratico Rosy Bindi ha usato parole durissime verso quello che fino a poche ore fa era il suo partito. In particolare la Bindi, senza paura di offendere qualcuno o peggiorar le cose in casa dem, si è scagliata su gestione e classe dirigente.
“Ho contribuito a fondare il Pd, ma non è venuto su come si sperava. Non ha identità, vitalità, carattere, presenza. Bisogna avere l’umiltà – dice la Bindi – di ammetterlo. Di tracciare un punto e dire: ricominciamo daccapo. C’è bisogno di trovare nella società nuove idee e nuove persone, raccogliere la spinta che ora sembra mancare”.
Le crude parole di Lucio Caracciolo sono quelle che più si avvicinano alla realtà? “Un’accozzaglia di avanzi di partiti”. Per la Bindi sì, tanto da non rinnovare la tessera: “non lo sento più mio questo partito”, ha ammesso.
E nel pomeriggio le parole di Stefano Pedica, esponente della minoranza del Pd e presidente di Cantiere democratico, con una nota divulgata alla stampa vanno verso la stessa direzione: “Bisogna ritrovare quell’identità persa nel tempo, è necessario tornare a essere presenti sul territorio e ristabilire il dialogo con le categorie dei lavoratori. Basta con un partito troppo grillizzato. Tempo fa, qualcuno aveva denunciato il ‘ciarpame’ presente nel partito ma ora, per ragioni incomprensibili, tace. Servono un congresso e un dibattito serio, aperto a tutti gli iscritti e ai non iscritti, perchè il Pd era nato per questo: aggregare forze libere e non servitori”.